L’organizzazione del lavoro è la chiave della sua efficacia. In azienda, come nelle piccole equipe, organizzare le proprie risorse perchè sappiano spendersi al meglio, ognuna al proprio livello, permette di ottimizzare le proprie azioni, evitare dispersioni e conflitti e perseguire i propri obbiettivi in modo lineare.
DESTINATARI |
INTERVENTI |
Piccole e medie imprese | Coordinamento di progetto |
Cooperative sociali | Gestione del committente |
Enti locali | Selezione del personale |
Valutazione del potenziale | |
Formazione | |
Conduzione di gruppi con metodi attivi | |
Supervisione clinica | |
Supervisione organizzativa | |
Consulenza tecnica di parte per il Tribunale |
Approfondimenti
Portare a termine un progetto necessita una visione sovraordinata, capace di tenere insieme differenti livelli, spesso non direttamente comprensibili a tutte le parti coinvolte.
Un coordinatore di progetto ha un ruolo importante, che lo porta a raccogliere le esigenze di tutti gli interlocutori, ad individuare linguaggi comuni, e a focalizzare obbiettivi intermedi condivisi su cui attivarsi.
Sapere incoraggiare, motivare, gestire conflitti in modo costruttivo, individuare soluzioni e vie d'uscita nei momenti di difficoltà, rendono la funzione di coordinamento una risorsa essenziale per la riuscita dei progetti complessi.
La gestione del committente è un compito di analisi, comprensione, comunicazione. Chi detiene questo ruolo gestisce una dinamica delicata, fatta di aspettative spesso da ridimensionare, da ruoli da definire ed azioni da decidere.
A volte il committente non è consapevole del bisogno che vuole affidare e nell'opera di gestione deve compiersi una maturazione che porti ad individuare progetti precisi. La gestione del committente raccoglie idee, difficoltà, limiti e li rielabora in possibili azioni lavorative, in progettualità concrete e realizzabili, sapendone definire tempi, costi e modalità.
In molte aziende, in piccole società, nelle equipe di operatori, le risorse umane solo le fondamenta, l'essenza, quanto caratterizza in senso positivo o negativo le potenzialità di un impresa. E' evidente che sapere scegliere bene il proprio personale o i propri collaboratori è di vitale importanza. Esistono differenti tecniche e metodologie per individuare le persone che meglio possono ricoprire una posizione lavorativa: improvvisare può avere conseguenze dannose, di costo elevato e difficili da recuperare.
In selezione del personale, in alcuni casi, il colloquio condotto dallo psicologo può bastare; in altri è necessario osservare alcune dinamiche di lavoro o di relazione e può essere illuminante prevedere dei role playing. In altri casi, ancora più complessi, è necessario individuare dei profili di personalità ideali, trovare degli indicatori dei tratti di interesse e realizzare situazioni che li sappiano evidenziare allestendo un assessment center.
La gestione del personale e delle posizioni lavorative in azienda è una problematica spesso sottovalutata. Gli avanzamenti di carriera avvengono per anzianità o per le qualità dimostrate in una mansione, pensando che tali meriti possano garantire efficacia ed efficienza anche in posizioni o livelli lavorativi differenti. E' evidente che spesso questo non succede e la “promozione” porta un valido collaboratore da una posizione in cui rendeva bene, ad un altra in cui rende molto poco, è a disagio o è addirittura dannoso.
La valutazione del potenziale è un lavoro sistematico di analisi volto a scoprire quali sono gli sviluppi lavorativi e la crescita professionale che è ragionevole aspettarsi dal proprio personale. Individua tramite l'allestimento di prove di valutazione (assessment center) profili di personalità ed attitudini potenziabili in un percorso di crescita professionale formativa. La valutazione del potenziale permette così di assegnare le posizioni chiave della propria organizzazione a chi ha le migliori carte per svilupparle con successo.
Formazione con metodi classici e metodi attivi
La formazione del personale è un esigenza dettata dalla specificità e dalla complessità crescente degli ambiti in cui gli operatori del sociale si trovano ad intervenire. Oltre ad una formazione di base, in campo educativo o clinico, è sempre maggiore la necessità di specializzarsi in alcuni ambiti, come la gestione delle provocazioni nelle relazioni con l’adolescente, la sessualità, o la prevenzione dell’abuso, solo per citarne alcuni.
L’educatore, l’insegnante o anche lo psicologo, si rendono presto conto nella loro attività che per addentrarsi in alcune dimensioni dell’esperienza umana ed affrontarne le problematiche, necessita una formazione altamente specifica. A volte si tratta di apprendere concetti nuovi, di approfondire alcune tematiche oppure di apprendere metodologie e strumenti che la formazione di base non forniscono.
Il nostro modello formativo, che parte con una attenta analisi dei bisogni specifici, ben si ritaglia su queste esigenze, fornendo moduli formativi che affiancano alla teoria anche metodi attivi, capaci di rendere la formazione un esperienza coinvolgente, centrata sul presente e pertanto particolarmente indicata per chi deve lavorare con i gruppi.
Conduzione di gruppi con metodi attivi
La conduzione di un gruppo con l’uso di metodi attivi, permette di fare vivere alle persone coinvolte un esperienza nel qui ed ora di grande importanza formativa. Vivere un esperienza non è come assistere ad un racconto: la partecipazione e l’attivazione che ne conseguono permettono ad ogni membro del gruppo di attingere dalla proprie potenzialità in modo creativo, e di affrontare tematiche difficili con modalità ed energie inusuali.
Il gruppo è una risorsa che permette di attivare processi di crescita umana o professionale non raggiungibili altrimenti. Percorsi di formazione con conduzione di gruppo mediante metodologia attiva o conduzioni tematiche ad hoc sono pertanto una risorsa per chi con i gruppi lavora o anche per chi vuole approfondire dimensioni particolari dell’esperienza umana.
Supervisione clinica individuale o di gruppo
La supervisione clinica è uno strumento di lavoro essenziale per gli educatori o le èquipe che lavorano direttamente con preadolescenti ed adolescenti e nel cui lavoro la relazione interpersonale è la dimensione nodale.
La supervisione permette all’educatore o all’èquipe di rivedere i propri interventi riconoscendone e rielaborandone le implicazioni affettive, rileggendone le dinamiche relazionali per gestire l’inevitabile coinvolgimento. La supervisione quindi è uno spazio in cui l’educatore o l’èquipe si dedicano alla gestione dei vissuti che il lavoro di relazione mette in moto e che rischiano di “inquinare” e compromettere la relazione educativa.
La presenza di un supervisore esterno fornisce all’èquipe accoglienza dei vissuti affettivi, della frustrazione, della rabbia e di tutti quei sentimenti generati dalla relazione diretta con gli adolescenti, ed occasione di rielaborazione collegiale. Durante le supervisioni gli obbiettivi delle azioni educative vengono rifocalizzati e condivisi e l’educatore ricolloca e riconosce il suo ruolo in ambiti sovraordinati alle relazioni con gli utenti, disinnescandone il potere destabilizzante. La rilettura delle dinamiche d’interazione permette così di ricollocarsi nella relazione tramite il proprio ruolo, salvaguardando la propria persona.
Il risultato ottenuto è una notevole riduzione del carico emotivo del lavoro, una maggiore aderenza agli obbiettivi progettuali (come diretta conseguenza del contenimento del ruolo della propria soggettività nella relazione), riduzione e migliore gestione dei conflitti con l’utenza, riduzione delle reazioni degli educatori agli agiti adolescenziali in favore di più mirate azioni, caratterizzate da reale intenzionalità educativa.
La Supervisione Organizzativa è un supporto di tipo metodologico indispensabile per progetti nei quali sono previste èquipe allargate e/o multidisciplinari. Alcune difficoltà nelle comunicazioni e/o relazioni di lavoro sono diretta e inevitabile conseguenza della forma organizzativa adottata e la Supervisione Organizzativa è un valido strumento per ridurle.
Formare un èquipe di lavoro, decidere ruoli e mansioni all’interno del progetto, definirne l’organizzazione, necessita infatti di una conoscenza approfondita delle dinamiche interpersonali e di ruolo che ne possono derivare. Spesso, inconsapevolmente, e con le migliori intenzioni, si pongono a livello organizzativo delle basi problematiche all’interno del gruppo di lavoro: in fase progettuale con la supervisione organizzativa tali premesse negative possono essere evitate, ed in itinere, individuate e successivamente risolte.
Consulenza tecnica di parte per il Tribunale
Si tratta di un approfondimento psico-diagnostico, una perizia per una persona o per un nucleo famigliare, da portare al Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) e al Giudice in caso di controversie che arrivano in Tribunale.